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MANGA N°41 - CAPITOLO 14 ADES


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L'UNITA' DEI CAVALIERI DI BRONZO

Tutti loro gridano poi il nome di Pegasus, esortandolo a continuare a combattere e non preoccuparsi: proteggeranno loro Patricia, a qualsiasi costo. Le loro voci superano l'aldilà e raggiungono il cavaliere, che piange commosso dalla generosità degli amici. Thanatos lancia allora un deciso attacco, ma i cavalieri fanno da scudo a Patricia con i loro corpi. Infastidito dalla loro interferenza, Thanatos decide di eliminarli e potenzia il colpo. Le armature di bronzo iniziano a frantumarsi, ma i cavalieri non abbandonano la loro posizione. Pegasus raccoglie allora le sue ultime forze e, aggrappatosi a Thanatos, usa su di lui la
"Spirale di Pegasus". Il Dio però scompare all'ultimo momento, e così Pegasus si schianta al suolo subendo il suo stesso colpo. Al Grande Tempio, tutti i cavalieri, Castalia, Kiki e Tisifone sono svenuti, ma Patricia è ancora viva. Stanco di quella lotta, Thanatos si appresta a finire Pegasus, ma il suo braccio è fermato dalla catena di Andromeda. Il cavaliere vuole aiutare l'amico, ma Thanatos lo lancia in aria tirandolo per la catena, e subito dopo lo attacca con una scarica di energia. Andromeda tenta di difendersi con la catena, ma invano. L'arma va infatti in pezzi ed il cavaliere precipita violentemente al suolo. Prima di ucciderlo, il nemico gli chiede quanti altri cavalieri abbiano raggiunto l'Elisio, ma, visto che il ragazzo non risponde, si prepara a finirlo. In quel momento però Thanatos percepisce un nuovo cosmo dietro di lui e salta giusto in tempo per evitare l'attacco di Sirio. L'eroe scaglia allora il Drago nascente, ma Thanatos lo aggira e colpisce Dragone alle spalle, atterrandolo. Il Dio ripete al nuovo venuto la domanda che aveva fatto ad Andromeda, con il medesimo risultato. Sul punto di uccidere il nemico si rende però conto di essere congelato, ed infatti appare Cristal, che lo colpisce con la Polvere di diamanti. Il cavaliere soccorre l'amico, ma Thanatos, liberatosi facilmente dei ghiacci, travolge entrambi. Il Dio spiega che per fermarlo sarebbe necessario uno zero assoluto potenziato cento volte, poi si accorge che c'è qualcun altro dietro di lui, e voltandosi vede Phoenix, che afferma "Sono qui per vendicare le anime dell'Inferno !". Quando però il ragazzo attacca, il suo pugno è fermato facilmente da Thanatos che, vista la collana di Pandora annodata al braccio del cavaliere, lo lancia in aria, distruggendola. Per nulla intimorito, Phoenix si rialza e scaglia le Ali della Fenice, che però servono solo a strappare la maschera al nemico. Infuriato per essere stato colpito, seppur leggermente, Thanatos lancia su Phoenix la "Terrible Providence", ed il cavaliere vede il suo corpo andare in pezzi. In realtà è solo l'armatura della fenice a disintegrarsi poiché un tale spargimento di sangue sarebbe irriguardoso nell'Elisio, ma, per vendicarsi, il Dio vuole comunque prendere la testa di Phoenix. A fermarlo è un fischio proveniente da molto lontano, dal muro del pianto, e generato dalle dodici armature d'oro. Thanatos capisce che è come se le armature volessero soccorrere i cavalieri, ma non possono superare l'altra dimensione perché non hanno ricevuto il sangue di Atena. Approfittando della sua distrazione, Pegasus, Sirio, Cristal ed Andromeda si sono rialzati, ma il signore della morte, stanco di giocare, li colpisce violentemente, frantumando totalmente le loro armature. Subito dopo però, Thanatos percepisce un cosmo immenso, simile a quello di Ades, e subito dopo si rende conto che le armature d'oro stanno superando l'altra dimensione. Poi, sbigottito, Thanatos comprende che "Questo cosmo, grande come il sire Ades è…Dell'imperatore dei mari ! Nettuno !"


L'AIUTO DELL'IMPERATORE DEL MARE

Grazie al cosmo di Nettuno, le armature stanno raggiungendo l'Elisio, eppure lo spirito del sovrano dei sette mari è ancora prigioniero dell'urna di Atena. Thanatos non riesce a capire come ciò sia possibile, ma in quel momento le armature del Sagittario, della Bilancia, del Leone, della Vergine e dell'Acquario appaiono sopra i cavalieri, disponendosi sui loro corpi. Pegasus indossa l'armatura di Sagitter, Sirio quella di Libra, Cristal quella di Acquarius, e stavolta anche Phoenix ed Andromeda indossano rispettivamente quelle di Ioria e Virgo "Ora, uniti agli spiriti dei cavalieri d'oro…vestiamo le loro armature !". In Grecia, a Capo Sounion, Syria si rende conto che Julian Kevines è cambiato, sembra un'altra persona ed è circondato da un cosmo potentissimo. Il generale (che nel manga è sopravvissuto ed accompagna per il mondo Julian a visitare gli orfani del nubifragio che Nettuno aveva provocato) comprende che lo spirito di Nettuno è di nuovo nel corpo del ragazzo. Il Dio rivela al suo guerriero di aver appena aiutato i cavalieri di Atena e che quell'eclisse, che essi stessi stanno vedendo, non è provvisoria ma eterna. Nettuno ha compreso che tutto ciò è opera dell'ambizione di Ades, che vuole rendere la terra una landa desolata
"Ora, nell'aldilà, Atena ed i suoi cavalieri stanno lottando disperatamente per impedirlo. Però, purtroppo, ora sono prigioniero di Atena. Ho potuto soltanto inviare loro le armature d'oro." Subito dopo, lo spirito di Nettuno abbandona Julian, che non ha nessun ricordo di quegli ultimi momenti. Prima di accompagnarlo, Syria capisce che, per fermare Ades, Nettuno è risorto, anche se solo per pochi attimi, e si augura il successo dei cavalieri di Atena. Nell'Elisio, Thanatos deride Nettuno, che ha aiutato chi un tempo lo sconfisse, ed i cavalieri sono allibiti nel sapere che è stato lui ad aiutarli. Thanatos però prosegue affermando che Nettuno ha commesso una leggerezza perché lui, per quanto subalterno di Ades, è comunque un Dio, e mostra la veridicità delle sue parole scagliando una sfera di energia, che sbriciola le armature d'oro.



LE DIVINE ARMATURE DELLA LEGGENDA

Le armature d'oro, che nessuno era mai riuscito anche solo a scalfire sin dalle epoche mitologiche, sono ora in pezzi, per la devastante forza di Thanatos. I cavalieri a quella visione sono sconvolti, e sentono le residue forze abbandonarli insieme alle speranze che ancora portavano dentro di se. L'armatura di Atena cade dalle mani di Pegasus per essere presa da Thanatos, che si appresta a dare il colpo di grazia ai protetti di Atena. Pegasus si sente ormai svuotato e sta per lasciarsi andare quando sente la voce di Lady Isabel "Non avete perso tutto, vi rimane ancora la vita ! […] Non puoi arrenderti, finché hai vita…si può sempre compiere un miracolo." Lo rincuora la ragazza, e subito dopo il cavaliere sente le voci di Castalia e di tutti gli altri amici del Grande Tempio, che gli ricordano quanto la sua amata sorella sia vicina e lo spingono a continuare a lottare, per poterla rivedere almeno una volta. Pegasus allora tenta di rialzarsi, e contemporaneamente chiama la sorella con tutte le sue forze. Il suo grido supera lo spazio e le dimensioni, giungendo fino a Patricia, che riconosce la voce del fratello e, ritrovata la memoria, lo chiama a sua volta. "Sento… la voce di mia sorella. La voce di Atena…e dei miei compagni che mi incoraggiano. Si ! non posso arrendermi ! Finché avrò vita !" pensa il cavaliere rialzandosi, ed allo stesso tempo brucia il suo cosmo e la sua stessa vita al massimo, come mai aveva fatto finora. In quel momento, i resti dell'armatura di bronzo sul suo corpo iniziano a bruciare e Pegasus scompare dietro il suo cosmo. Al proprio tempio, Hypnos avverte un tremendo pericolo e, ricordatosi che i cavalieri hanno ricevuto il sangue di Atena, rammenta un precedente nelle epoche mitologiche "L'armatura che rinasce con il sangue divino è…La veste divina, che supera in potenza ogni armatura !". Ed infatti, Pegasus fronteggia ora Thanatos con indosso una nuova corazza, che sprigiona una forza enorme. 


Thanatos

Il Dio non riesce a capire, ma sopraggiunge il fratello, che lo mette al corrente di tutto. La veste divina è l'armatura delle dodici divinità dell'Olimpo, capeggiate dal sommo Zeus, ma l'armatura che riceve il sangue di una divinità le si avvicina moltissimo. Hypnos avvisa il fratello di non sottovalutare più Pegasus, ma, ignorandolo, Thanatos attacca il nemico, che però evita il colpo con una facilità sorprendente e colpisce il nemico alla mano, frantumando il bracciale della sua corazza e facendogli cadere l'armatura di Atena. Thanatos lancia allora la "Terrible Providence", ma Pegasus, fermato il colpo con una sola mano, scaglia contro il nemico il "Fulmine di Pegasus" con una forza inaudita. L'armatura di Thanatos va totalmente in pezzi ed il Dio crolla al suolo. Pegasus si avvicina al corpo del nemico, che si rialza e tenta un ultimo attacco, destinato a fallire nel momento in cui il cavaliere salta verso l'alto dando al nemico il colpo di grazia. Sconvolto per essere stato ucciso da un semplice essere umano, Thanatos cade esanime, mentre Pegasus, salutati i compagni, corre verso il tempio di Ades. Hypnos gli si pone davanti, ma subisce il "Fulmine di Pegasus" che, pur non facendo gli stessi danni come contro Thanatos, danneggia comunque la sua armatura. 


Hypnos

Pegasus continua la sua corsa, ma quando Hypnos tenta di fermarlo, è obbligato a fermare un pugno di Phoenix. Il cavaliere vuole ostacolare il nemico finché Pegasus non avrà raggiunto il tempio, ma Hypnos lo atterra facilmente. A salvare il ragazzo da un colpo mortale è Andromeda, che ferma il signore del sonno con la catena. Incurante del nuovo avversario, Hypnos tenta di spezzare le catene, per poi ricordare che già Thanatos le aveva distrutte e che esse si sono ora rigenerate. "Non dimenticare che anche noi abbiamo ricevuto il sangue divino di Atena." Dichiara l'eroe bruciando il suo cosmo, e dal nulla si materializza, con immenso stupore di tutti, l'armatura divina di Andromeda. Al tempio, Pegasus ha finalmente raggiunto la giara, ormai quasi completamente rossa.

 

 


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